Una giovane ispirazione
La miglior sarta e designer che abbia mai conosciuto è la mia amica d’infanzia di famiglia, Kate Thompson, che ogni volta che la vidi indossava una delle sue nuove creazioni. Il destino la sottrasse a una carriera nella moda, ma quel dono di capire i tessuti, come tagliare e come cucire è più vero che mai. Non ho idea di come funzionino le muse, da dove arrivino le storie, ma mentre scrivo questo mi chiedo se Rosa, la sarta del titolo, andò a Parigi perché, come ho sempre pensato, ci andò mia madre, oppure fu perché Kate si sposò e si sistemò in Francia. O entrambe le cose. Le mie capacità d’altro canto, sono limitate. L’unico vestito che abbia mai creato con successo fu una gonna che feci usando un cartamodello di Vogue Easy Sew durante la lunga estate della quinta superiore. Il modello “da fare in un solo giorno” mi richiese una settimana intera. Fu una tortura. Quando comprai la mia macchina da cucire Bernina, arrivò compresa di un corso da un giorno e consulto ancora il blocco note che feci quella giornata, il che è la prova che posso orlare, ricamare e forare perfettamente i bottoni pur avendo interamente perso fiducia nelle mie capacità. Quando Rosa prende in mano le sue forbici e taglia, quando infila il suo ago e cucendo pone in essere i suoi capi d’abbigliamento, non mi sto ispirando a me stessa. Quando Emma – la sorella di Kate – si sposò per la seconda volta, veleggiò lungo la navata erbosa con sua figlia Ellie e tutte le damigelle d’onore vestite di abiti disegnati, tagliati e cuciti da Kate. Sempre un’ispirazione